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giovedì 31 ottobre 2013

Gatti e marijuana

Abbiamo già parlato delle erbe che possono rivelarsi salutari per i nostri amici gatti. Ne esistono però, altre che possono provocare loro dei seri problemi... Tra queste, è sicuramente la cannabis.
Che marijuana e affini non facessero bene al sistema nervoso di noi umani lo sapevamo, ma non dimentichiamoci dei nostri amici animali!
L'ingestione di Cannabis nei gatti può avere effetti davvero gravi, provocando depressione del sistema nervoso centrale. Altre conseguenze dell'ingestione di cannabis possono essere problemi di coordinazione, vomito, diarrea, salivazione, tachicardia (aumento della frequenza cardiaca), convulsioni e, nei casi più gravi, coma.
Una recente sentenza ha stabilito che sia legale coltivare in piccole quantità la marijuana nella propria abitazione: non bisogna però dimenticarsi degli effetti che l'ingestione di queste piante può comportare su chi ci circonda: bambini, cani e, appunto, gatti.

martedì 29 ottobre 2013

Come capire se il gatto è ammalato


A volte può essere difficile capire se il proprio gatto è malato. Spesso, infatti, i gatti cercano di mascherare il proprio dolore, ma seguendo alcuni accorgimenti si può riconoscere uno stato di malessere.

Ecco i segnali da tenere d'occhio:

1 - La lettiera
E' il segnale più evidente del malessere di un micio. I gatti usano sempre la loro lettiera per fare i bisogni; se non lo fanno, di solito è perché sanno di essere malati e non vogliono contaminarla.

2- ApatiaI gatti sono vitali e giocherelloni, se notate che il vostro micio è improvvisamente apatico e si muove poco, potrebbe stare male.

3 - Isolamento 
Il gatto potrebbe stare male se si isola da voi e smette di fare le fusa, oppure se passa molto tempo in angolini nascosti.

4 - Scarsa cura
I gatti sono notoriamente animali molto puliti; se smettono di avere cura di sé ci potrebbe essere qualche problema.

5- Appetito
Se il vostro micio all'improvviso mangia meno del solito, è molto probabile che stia male.

6 - Pupille
Se sono dilatate anche in condizioni di normale luminosità, spesso è in corso una malattia.

7-  Affanno 
Se il vostro gatto ha difficoltà a respirare, anche se non sta facendo sforzi, ha qualche problema. 

8 - Cambiamenti improvvisi
E' molto importante osservare il gatto e notare se sono in atto repentini cambi di umore: se un micio molto vivace  diventa all'improvviso mogio, oppure se uno molto mansueto  diventa aggressivo, iniziate a porvi qualche domanda.

Se notate qualcuno di questi segnali, non esitate a contattare il veterinario!

venerdì 25 ottobre 2013

Le erbe che aiutano i nostri gatti

Se avete un giardino, vi sarà senz'altro capitato di avvistare il vostro gatto mangiare qualche filo d'erba... La sua non è semplice curiosità; infatti alcune piante hanno delle proprietà benefiche per i nostri amici felini e loro lo sanno. 
Ecco alcune delle erbe che possono arrecare benefici ai gatti.

- Erba gatta: ne abbiamo già parlato in precedenza. Può aiutare la digestione del gatto e farlo divertire per le sue proprietà eccitanti; attenti però, il gatto potrebbe diventare troppo aggressivo dopo averla mangiata, in questo caso eliminate la pianta. 

- Valeriana: a noi umani dona un effetto rilassante, invece nei gatti funziona nel modo opposto, vivacizzandoli, proprio come se fosse un caffè. Può essere utile per gli animali un po' mogi e sovrappeso: la valeriana può aiutarli a muoversi di più. 

- Liquirizia: la sua radice aiuta i gatti a risolvere i problemi di digestione e i blocchi intestinali, inoltre riduce i problemi respiratori.

- Dente di leone: le radici di questo fiore  hanno effetti antistaminici, poiché contengono una sostanza simile al cortisone, ottimo in caso di  irritazioni.

Idraste: è una pianta originaria del Canada, che di recente si è diffusa anche da noi. Ha  proprietà cicatrizzanti e se il gatto la trova può essere spinto a strusciare contro le sue foglie.

Ma attenzione: esistono anche piante tossiche per i nostri a-mici... Di questo parleremo prossimamente. State collegati!

mercoledì 21 novembre 2012

Conoscete un certo ANISAKIS





Ciao a tutti amici, mi rivolgo agli amanti del pesce, in particolare a quelli che amano la cucina giapponese che da noi è sempre più diffusa, sotto forma di offerte a 19,90€ e mangi ciò che vuoi....mah, io diffido da queste offerte ma vedo che hanno molto seguito.
Mangiare pesce crudo comporta sicuramente un maggior rischio di intossicazioni e infezioni causate da batteri patogeni, oppure di infezioni da parte di parassiti. Tutti lo sanno, ma in pochi conoscono i reali rischi, con il risultato che, quando si consuma pesce crudo, si incrociano le dita e ci si affida sostanzialmente al caso.
Il pesce crudo può essere contaminato da diversi microrganismi che provocano infezioni o tossinfezioni, come Listeria, Escherichia coli, Salmonella, tutti batteri che provocano problemi gastrointestinali problema relativo non solo al pesce crudo, ma anche ad altri alimenti come carni, latte crudo e derivati. Raramente, e solo in soggetti particolarmente deboli come bambini e anziani, queste infezioni possono mettere in pericolo la vita.
Ma il rischio maggiore per chi consuma pesce crudo ha un nome.....ANISAKIS.

Che cos'è questo Anisakis?

"L'Anisakis simplex è un nematode normalmente presente come parassita intestinale in numerosi mammiferi marini (delfini, foche, etc.) ed ospite intermedio, nel suo stadio larvale, di molti pesci tra cui tonno, salmone, sardina, acciuga, merluzzo, nasello e sgombro. L'anisakis è estremamente diffuso, poiché è presente in più dell'85% delle aringhe, nell'80% delle triglie e nel 70% dei merluzzi.
Questi nematodi migrano dalle viscere del pesce alle sue carni se, quando catturato, non viene prontamente eviscerato. Quando l'uomo mangia pesce infetto crudo, non completamente cotto o in salamoia, le larve possono impiantarsi sulla parete dell'apparato gastrointestinale, dallo stomaco fino al colon. Per difendersi dai succhi gastrici, attaccano le mucose con grande capacità perforante, determinando una parassitosi acuta o cronica. La parassitosi acuta da anisakis insorge già dopo poche ore dall'ingestione di pesce crudo e si manifesta con intenso dolore addominale, nausea e vomito.
Le forme croniche sono diverse, possono mimare svariate malattie infiammatorie e ulcerose del tratto intestinale oppure coinvolgere altri organi come fegato, milza, pancreas, vasi ematici e miocardio. Possibili anche reazioni allergiche fino allo shock anafilattico, a causa della sensibilizzazione alle proteine antigeniche termoresistenti del parassita.
La cura dell'Anisakis richiede molto spesso l'intervento chirurgico, per asportare la parte dell'intestino invasa dai parassiti."

Ma come potete evitare questo spiacevole incontro con l'anisakis? 

Una circolare del ministero di sanità del 1992, ancora in vigore, obbliga chi somministra pesce crudo o in salamoia (il limone e l'aceto non hanno alcun effetto sul parassita) ad utilizzare pesce congelato o a sottoporre a congelamento preventivo il pesce fresco da somministrare crudo. Infatti l'anisakis e le sue larve muoiono se sottoposti a 60 gradi di temperatura, oppure dopo 96 ore a -15° C, 60 ore a -20° C, 12 ore a –30° C, 9 ore a -40° C.
I pericoli maggiori provengono dai ristoranti e dal consumo casalingo. Purtroppo non tutti i ristoranti seguono queste indicazioni, poiché i casi sono in aumento e la causa è spesso da imputare ad alici marinate, evidentemente non sottoposte a congelamento preventivo.
Se pensate che il rischio anisakis sia molto basso e gli allarmismi siano eccessivi, sappiate che ogni settimana vengono ritirate dal mercato partite di pesce infestato dal parassita, e stiamo parlando di pesce fresco italiano e di provenienza estera.
Questo è quello che posso dirvi dopo aver letto qualcosa sull'argomento, qualche consiglio o meglio vere e proprie precauzioni per evitare contaminazioni:
  1. assicuratevi sempre che nel ristorante in cui si mangia pesce crudo o marinato questo venga preventivamente sottoposto a trattamento termico adeguato;
  2. evitate il consumo di pesce crudo in ristoranti cinesi "travestiti" da giapponesi, che stanno proliferando in questi anni;
  3. nel consumo casalingo di pesce crudo, acquistatelo fresco e congelarlo per almeno una settimana nel congelatore a -18 gradi. Il pesce prontamente eviscerato (come il salmone di allevamento) è più sicuro di quello venduto con le viscere;
  4. prestate particolare attenzione alle specie a rischio, come lo sgombro, le sardine, il tonno e il pesce azzurro in genere. 
Dopo questo blog mi raccomando maggiore attenzione e sicuramente buon appetito!!!